L'infortunio che ci voleva

Menomale che si è fatto male!

Alessandro, bambino di 10 anni, arriva con preoccupazione alla lezione collettiva. La sua forma fisica, che fa pensare al fatto che non sia tanto sportivo, lo porta a stare sempre un passo indietro rispetto al gruppo.

Tutto nella norma, nessun problema.

Il bello delle lezioni collettive è proprio questo: saper individuare le varie caratteristiche e motivazioni di ciascun componente del gruppo per soddisfarlo. E per quanto riguarda Alessandro, non è stato difficile capire.

Certo, capire è una cosa, fare un’altra.

La lezione prende vita, si iniziano a muovere i primi passi e come volevasi dimostrare Alessandro sta sempre in fondo al gruppo. Non parla con nessuno, a parte me. Si comporta così perché è timido o perché ha l’autostima bassa?

Questo il dilemma.

La risposta è probabilmente la seconda, perché al di fuori degli argomenti legati allo sci, Alessandro si fa sentire!

Bisogna quindi, tra uno spazzaneve e l’altro, tra rialzare un bambino e fermarne un altro, pensare anche a come aumentare la motivazione di Ale!

Piano piano le cose stanno andando al meglio, l’atmosfera della lezione mi sta piacendo, ci si intende, sento che la passione si sta trasmettendo.

Fin troppo. Fin troppo perché la migliore dimestichezza dell’attrezzo ha fatto accendere gli animi nei bimbi!

Riesco finalmente a far sciare Alessandro nel gruppo, era terzo e non come sempre sesto, ovvero ultimo.

Stiamo sciando, è bastato non girarmi all’indietro verso il gruppo per qualche secondo, che Giuseppe ne approfitta! Taglia la curva e tenta il sorpasso di Alessandro.

SBENG!

Tenta, appunto, il sorpasso. Giuseppe non prende bene le misure e si schianta con Alessandro.

I due cadono a terra, Giuseppe si rialza subito ma Alessandro no. Inizia a piangere, a urlare dal male, toccandosi la tibia. Io penso subito al peggio, ovvero ad una rottura.

Altro non posso fare che allertare i soccorsi, la situazione mi porta a fare ciò. Improvvisamente la lezione si ferma, mentre Alessandro viene impacchettato sul toboga e portato via.

Il giorno dopo, si ricomincia.

Non credo ai miei occhi.

Più sorridente che mai, vedo arrivare Alessandro! Pronto per sciare!

Tutti i suoi compagni lo davano per spacciato, ma così non fu!

Inaspettatamente Ale era diventato uno del gruppo. Il fatto di tornare, seppur dopo un lieve infortunio (fortunatamente), ha trasformato Ale in un EROE: il suo gesto tenace ha svoltato in positivo sé stesso, il gruppo, e me.

Da lì in avanti non è più stato come prima. Nessun imbarazzo, nessuna vergogna da parte sua. Ormai, tutto questo lo aveva superato, perché adesso non era solo un bambino, ma anche un piccolo eroe!